Il tonno in scatola è una scelta pratica e popolare, amata per la sua versatilità e facilità d’uso in cucina. Tuttavia, nonostante la sua convenienza, nasconde alcune insidie che potrebbero mettere a rischio la nostra salute. Ecco una panoramica dei potenziali pericoli che si nascondono nel tonno in scatola e come fare scelte più consapevoli per tutelare il benessere.
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1. Presenza di metalli pesanti: il rischio del mercurio
Il mercurio è un metallo pesante che si accumula nell’acqua marina e nei pesci, specialmente nelle specie di grandi dimensioni come il tonno. Il tonno, infatti, si colloca in cima alla catena alimentare e tende a concentrarne quantità elevate. Consumare tonno con frequenza può comportare un’assunzione eccessiva di mercurio, che può danneggiare il sistema nervoso, il cervello e il sistema cardiovascolare. Questo rischio è particolarmente serio per donne in gravidanza e bambini, dato che il mercurio può compromettere lo sviluppo fetale e infantile.
Cosa fare: Scegliere varietà di tonno a basso contenuto di mercurio, come il tonno chiaro o il tonnetto, e moderare il consumo complessivo di pesce in scatola.
2. BPA: il nemico invisibile nelle confezioni
Il bisfenolo A (BPA) è una sostanza chimica spesso utilizzata per rivestire l’interno delle lattine. Questo composto può contaminare il cibo e, una volta ingerito, agisce come un interferente endocrino, alterando l’equilibrio ormonale e aumentando il rischio di disturbi come infertilità, obesità e malattie cardiache. Molte aziende stanno cercando di eliminare il BPA dai propri imballaggi, ma non tutti i produttori hanno adottato questa misura.
Cosa fare: Controllare l’etichetta per verificare la presenza di diciture come “senza BPA” e preferire marche che adottano imballaggi privi di questa sostanza.
3. Sodio in eccesso: un pericolo per la pressione sanguigna
Il tonno in scatola, specie se conservato in salamoia, può contenere elevate quantità di sodio. Il consumo eccessivo di sodio è noto per essere uno dei fattori che contribuiscono a problemi come ipertensione, ritenzione idrica e malattie cardiovascolari. Per chi è attento alla salute, soprattutto se soffre di ipertensione, il sodio contenuto nel tonno in scatola può rappresentare una minaccia.
Cosa fare: Optare per tonno conservato in acqua naturale, che contiene meno sodio, o per versioni con basso contenuto di sale.
4. Conservanti e additivi chimici
Al fine di prolungare la durata di conservazione, molte varietà di tonno in scatola contengono conservanti come nitriti e nitrati. Questi composti, se consumati in grandi quantità, possono avere effetti negativi sulla salute e sono spesso correlati a un aumento del rischio di sviluppare patologie croniche. È noto, inoltre, che i conservanti chimici possano anche influire negativamente sul microbiota intestinale, compromettendo la digestione e l’assorbimento dei nutrienti.
Cosa fare: Preferire marche che utilizzano metodi di conservazione naturali e che evitano l’uso di conservanti artificiali, quando possibile.
5. Microplastiche: il nuovo nemico invisibile
L’inquinamento delle acque marine è un problema in crescita, e le microplastiche rappresentano una delle minacce più recenti. Studi hanno rilevato la presenza di microplastiche nei pesci che abitano i mari, e di conseguenza, anche nel tonno in scatola. Queste particelle di plastica possono accumularsi nell’organismo umano e, sebbene gli effetti sulla salute siano ancora oggetto di studio, si teme che possano provocare infiammazioni e addirittura rilasciare sostanze tossiche.
Cosa fare: Non è possibile evitare del tutto le microplastiche, ma si può limitare il consumo di pesce e optare per fonti più controllate e sostenibili.
6. Sostenibilità e pesca responsabile
Oltre agli aspetti legati alla salute, è importante considerare anche l’impatto ambientale del tonno in scatola. Molte specie di tonno sono soggette a pesca intensiva, che compromette l’ecosistema marino e mette a rischio la biodiversità. Alcune marche si impegnano a praticare una pesca sostenibile, utilizzando metodi che riducono l’impatto ambientale e rispettano le risorse marine.
Cosa fare: Scegliere tonno certificato da organizzazioni come il MSC (Marine Stewardship Council), che garantisce che il prodotto provenga da pesca sostenibile.
7. Altri contaminanti: cadmio e piombo
Oltre al mercurio, anche altri metalli pesanti come il cadmio e il piombo possono essere presenti nel tonno in scatola. Questi metalli, seppur in quantità minime, possono accumularsi nell’organismo nel tempo e causare danni ai reni e al sistema osseo. La presenza di questi elementi può variare in base alla zona di pesca e alla specie di tonno.
Cosa fare: Preferire tonno proveniente da zone di pesca meno inquinate, se specificato sull’etichetta, e limitare il consumo di tonno in scatola, alternandolo con altre fonti proteiche.
8. Allergeni e contaminazioni crociate
Sebbene sia raro, alcune confezioni di tonno in scatola possono contenere tracce di altri allergeni, come crostacei o latticini, dovuti a contaminazioni crociate durante il processo di lavorazione. Per le persone allergiche, questo può rappresentare un rischio significativo.
Cosa fare: Leggere attentamente le etichette e preferire marche che seguono rigorosi controlli di qualità per evitare contaminazioni.
Il tonno in scatola può essere una risorsa alimentare conveniente e salutare se consumato con attenzione. Tuttavia, è fondamentale scegliere prodotti di qualità, fare attenzione all’etichettatura e limitare il consumo per ridurre i rischi legati alla presenza di contaminanti.